Il primo cervello della vita è nella pancia

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Prima parte.

Torniamo a parlare di pancia e di cervello enterico, della sua capacità emozionale e della sua capacità di elaborare dati. Quello che mi piace sottolineare è che le evidenze scientifiche ad oggi in nostro possesso sembrano veramente far pensare che questo cervello non sia proprio “secondo” a nessuno, ma che anzi abbia un ruolo prioritario nel nostro processo di conoscenza, come già sostenuto da diversi ricercatori e come già ampiamente noto dall’antica sapienza nativa (orientale e non solo).

Quello che è il “secondo” cervello in ordine di scoperta cronologica, in realtà è il primo cervello che la vita pone, e vediamo perché!

Le ricerche erano partite a metà ottocento, per poi cadere nell’oblio negli anni ’40. E’ solo negli anni ‘90 che i ricercatori scoprono un’ampia rete nervosa contenuta nello spessore delle pareti del sistema digestivo (plesso mioenterico di Auerbach e plesso sottomucoso di Meissner). Quello che ne emerge è che nella pancia c’è un cervello che assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche le informazioni che arrivano dall’esterno. Si emoziona, ricorda e aiuta a prendere decisioni.

Quali sono le caratteristiche di questo primo cervello su cui si fondano queste affermazioni?

  • Solo nell’intestino ci sono più di 100 milioni di neuroni. Sommati a quelli del restante tubo digerente, si arriva ad una quantità superiore a quella di tutto il resto del sistema nervoso, incluso il cervello. L’intestino è avvolto da questa fitta rete neuronale come una “calza”.
  • I neuromediatori che utilizza sono numericamente almeno pari a quelli processati nel cervello e in buona parte coincidono, vale a dire i due cervelli utilizzano un linguaggio comune. Eh già, anche la maggior parte della tanto cara serotonina è prodotta proprio nell’intestino! L’intestino la rilascia in seguito sia a stimoli esterni (cibo, ma anche suoni) che interni (emozioni), comportandosi come un vero direttore d’orchestra che manovra le leve del movimento intestinale. Ergo: motilità intestinale e percezioni emotive sono molto più intime di quanto potete pensare… e non è un caso che farmaci con azione sulla serotonina siano utilizzati sia per i malumori e i “rallentamenti” del cervello che per quelli della pancia (se per esempio siete curiosi, date un’occhiata a come funziona la levosulpiride, un farmaco che agisce sui recettori serotoninergici, utilizzato sia per trattare la dispepsia che la depressione. Ma non restatene affascinati, eh!)
  • Se immaginassimo di “srotolare” completamente tutta la compagine dell’intestino, in ogni suo microvillo, andremmo a ricoprire una superficie pari a quella di un campo di calcio! Cioè il nostro intestino costituisce la più ampia superficie di contatto con il mondo esterno, molto più estesa della pelle…
  • Dal punto di vista embriologico, è nelle primissime settimane di gestazione che si origina un primitivo sacco che racchiude tutta la percezione fetale, che è la matrice del futuro apparato digerente È da questa unica struttura che si formano secondariamente il midollo e il cervello cranico, attraverso un processo di progressivo allungamento e differenziazione tessutale.

Per chi vuole approfondire
Questo è il testo del padre della neurogastroenterologia: Il secondo cervello.

Questo è il testo di tecniche psico-corporee del ricercatore italiano, Antonio Meneghetti, che negli anni settanta affermava la “priorità” del cervello viscerale su quello cerebrale: Manuale di Melolistica.

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