Sin dai tempi dell’Università sono sempre stata affascinata dalla biofisica, che in sostanza in medicina altro non era che lo studio dei fenomeni biologici attraverso le leggi della fisica. Si parlava quindi di viscosità del sangue, di elasticità dei tendini e di dinamica dei fluidi corporei…eppure, avevo sempre sentito che doveva esserci ancora qualcos’altro a motivare quell’irresistibile richiamo per questa disciplina…
Oggi la biofisica, e in particolare la sua applicazione in campo medico, è decisamente meglio caratterizzata, anche se per il momento ancora appannaggio di ricercatori direi di “nicchia” (oltre che di qualche invasato new age e affini che godono al solo poter pronunciare la parola “quantistica”, contribuendo a generare una visione distorta di questa disciplina…).
Quando parliamo di biofisica, l’attenzione si concentra soprattutto sulle considerazioni energetiche connesse ai processi biologici, siano essi metabolici o legami tra atomi e cellule per lo svolgimento di un lavoro armonico. La biofisica quindi si interessa all’organismo biologico nel suo insieme (bios dal greco significa “vita”), sia esso minerale, vegetale, animale o umano, andandosi a collocare in quella zona di confine tra ciò che è materiale e ciò che non lo è. Se la fisica è perfetta per la comprensione dei meccanismi della materia, la biofisica include nel suo campo di indagine anche ciò che anima dall’interno la materia, ciò che la mette in moto o, meglio, in “vibrazione”.
Conosciamo (più o meno) bene tutti gli aspetti molecolari e i processi biochimici del corpo umano, ma padroneggiamo meno bene il livello superiore che coordina e regola questi processi, che è appunto quello biofisico. Parliamo cioè di un mondo fatto di segnali elettromagnetici (frequenze) che generano nell’organismo dei “campi” di informazione capaci di attivare specifiche molecole e farle reagire. Se pensiamo al codice in cifre che digitiamo sul telefonino e alla sua capacità di far squillare proprio quell’unico apparecchio, in qualunque parte del mondo esso sia, sembra tutto normale. Proviamo a pensare a questo stesso meccanismo all’interno delle distanze del nostro corpo…sembra sorprendente, ma è del tutto “naturale”.
All’interno di questa visione, l’acqua (che peraltro è il maggior costituente del nostro organismo) ha dimostrato di avere capacità di ricevere, memorizzare e trasmettere questo tipo di informazioni, segnali, svolgendo un ruolo fondamentale come “direttore d’orchestra” delle reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo.
È quindi possibile ripristinare una corretta informazione all’interno dell’organismo attraverso acqua trattata con i segnali di cui ha bisogno quella specifica persona. Lo scopo è quello di restituire al corpo un’informazione “coerente”, capace cioè di attivare le molecole giuste al momento giusto e nel posto giusto (risonanza), per permettere il regolare svolgimento dei processi biochimici.
E quando si parla di “risonanza”, niente derive New Age per favore…pensiamo piuttosto alla tanto cara Risonanza Magnetica…cosa fa? In estrema sintesi, applica dall’esterno un campo elettromagnetico che informa il corpo del paziente: ogni atomo reagisce a questo segnale muovendosi in una certa maniera, e questo permette di visualizzare attraverso una scala di grigi le strutture che essi formano. Se fin qui va tutto bene, proviamo a pensare che lo stesso principio può essere sfruttato in senso terapeutico o per altro tipo di indagini diagnostiche.
Questo livello di visione dell’uomo è del tutto complementare a quello biochimico: sono due domini di indagine che non si escludono, ma che vanno presi entrambi in considerazione per capire un processo patologico e poterlo trattare in maniera completa.
Si tratta quindi di un nuovo paradigma di indagine scientifica, che richiede innanzitutto il dover imparare un nuovo linguaggio e un nuovo modo di fare scienza, che rimanda anche alle conoscenze di fisica quantistica (quella seria!).
Per i “secchioni”:
I riferimenti teorici sono quelli del gruppo italiano di Biofisica, ormai estinto: Del Giudice, Preparata, Talpo. Per chi fosse interessato, questo piccolo libro è un’ottima introduzione all’argomento: Viviamo tutti sulla cresta dell’Onda.