La malattia, menzogna contro se stessi?
Nei miei seminari utilizzo spesso immagini del mondo informatico per chiarire come la realtà della psiche possa “interferire” con la realtà corporea, passando attraverso la programmazione del sistema immunitario. La visione della malattia come errore d’informazione è d’altra parte una nuova frontiera nell’ambito delle più recenti acquisizioni della medicina biofisica e della biologica quantistica.
Eppure in passato diversi autori parlavano già della malattia psicosomatica come di un’alterazione nel processo di programmazione psichica: passando per Groddeck nel suo Il linguaggio dell’Es e per la Candace Pert, che mette in evidenza il ruolo della Biochimica dell’onestà, propongo oggi questo estratto di Antonio Meneghetti dal libro La psicosomatica nell’ottica ontopsicologica.
Buona lettura! 😉
“La malattia psicosomatica è l’esposto di una menzogna, ovvero di un progetto sbagliato contro la propria natura o egoismo.
È una menzogna che il bambino o la bambina comincia ad apprendere per realizzare il proprio successo, il proprio primato, il proprio vantaggio, in una maniera non prevista dalla natura nè dalla società. È un’ambizione errata.
Ogni bambino realizza un compromesso storico
Tutti siamo stati bambini e tutti ricordiamo di avere avuto i nostri problemi riguardo il modo in cui indovinare la situazione: la scuola, i compagni, i fratelli, i genitori, i nonni, etc. Onestamente dobbiamo ricordare che la vita più dura è la prima infanzia. Noi capivamo tutto, tutto ci feriva e quasi sempre sapevamo fare il sorriso diplomatico, anche a vento contrario. Ci siamo trovati in una guerra difficile, fatta di attacchi invisibili. Ogni bambino, dopo un certo periodo, realizza il compromesso storico di essere in un certo modo per venire accettato. In questa maniera sopravvive e va avanti.
Il problema è che quello che si ritiene una tattica esterna, superficiale, in realtà è un sistema che viene sincronizzato realmente dal Sistema Nervoso Centrale. L’handicap che succede a molti è il fatto di non rendersi conto che quella menzogna, che serve per regolamentare la propria economia esistenziale con l’ambiente familiare adulto, si stabilizza dentro se stessi. Ognuno ha strutturato un artifizio per ingannare gli altri ed essere lasciato in pace.
È una forma che, sin da bambini, il soggettovsa non essere vera, ma crede che sia una bugia di protezione dagli altri; invece proprio quella bugia, di cui è cosciente, si effettua come possibilità di attacco nel proprio sistema immunitario. Lo sbaglio che fanno tutti è ritenere che la psiche, il proprio modo di pensare, non sia costruttore e che il corpo sia una cosa a sé.
La continuità dello stile di vita stabilizza cerebralmente
Proprio per questo primo errore di non capire che il corpo è la parola diretta esclusivamente di ciò che intenziona la psiche, succcessivamente si cade nell’imbroglio della malattia. Siccome lo stile di vita, appreso da piccoli, viene ripetuto continuamente, la continuità stabilizza cerebralmente. Ciò che è creduto un’idea, un adattamento fittizio per imbrogliare gli altri, si sposta reale nel soma. Per portare un esempio, provate a pensare oggi senza la lingua che avete imparato: è impossibile, pur sapendo che la parola non è il pensiero.
La malattia è l’esposto di un progetto che è menzogna, un diverso contro natura, fatto in buona fede, anzi con la sacralizzazione del mondo intero.
Il progetto è fatto in vista di un egoiosmo, di una centralizzazione, di un primato, che però non ha i correlati della natura, quindi è un progetto di ambizione sbagliato”.