Cosa c’entra un grande classico western con la sindrome metabolica?
Qualche post fa, parlando di “prova-costume”, abbiamo visto che lo stato di pre-diabete è in realtà un efficacissimo metodo di sopravvivenza in situazioni estreme e che tutte le specie animali, incluso l’uomo, hanno un interruttore metabolico che, quando viene attivato, permette di sviluppare questa condizione.
Mentre negli animali questo stato metabolico è transitorio, l’uomo con il suo stile di vita distorto mantiene questo interruttore metabolico attivato in maniera permanente.
- Ma di quale interruttore stiamo parlando?
Gli studi hanno evidenziato che per indurre una condizione metabolica di pre-diabete che porta all’aumento di peso (insulino-resistenza e leptino-resistenza), basta far sì che l’acido urico contenuto all’interno delle cellule aumenti al di sopra di un certo livello critico (per una review aggiornata sull’argomento, please click here).
- Come aumenta il livello di acido urico?
I livelli di acido urico aumentano quando si assumono in abbondanza cibi ricchi di fruttosio (frutta matura, miele: il Buono) o di purine ed RNA (acciughe, alici, aringhe, sgombri, piccoli crostacei, animelle, fegato, cervello, insomma non propiro cose Belle a vedersi…da cui il Brutto). Ma ricordiamoci che il fruttosio è oggi aggiunto in molti prodotti industriali (bibite zuccherate, succhi di frutta, dolcificanti), spesso anche insospettabili (divertitevi ogni tanto a leggere le etichette dei prodotti che avete in casa ;-). Per non aggiungere che la birra con il suo alto contenuto in lieviti è l’alimento che più di ogni altro contiene RNA (e il lievito di birra per il suo retrogusto si è meritato il ruolo del Cattivo!).
- Ma come fa l’acido urico ad innescare una sindrome metabolica?
L’acido urico rappresenta per le nostre cellule un segnale di emergenza che sta a significare che l’organismo ha subito un danno tissutale. Per questo attiva un programma di ricostruzione e di accumulo che si sviluppa attraverso l’insulino-resistenza (che aumenta i livelli di glucosio e di trigliceridi circolanti).
L’acido urico inoltre ha un effetto importante di stimolo sulla pressione arteriosa, provoca il rilascio di mediatori dell’infiammazione ed esercita sul sistema nervoso un effetto stimolante simile a quello della caffeina.
Questi meccanismi ci fanno capire l’utilità biologica dell’aumento dei livelli di acido urico quando l’organismo è ridotto alla fame o stremato alla fatica.
Il problema è che l’uomo, se si alimenta in modo da elevare eccessivamente i livelli di acido urico, finisce per sviluppare i sintomi della sindrome metabolica in maniera permanente, a differenza di ogni altro animale lo fa in maniera transitoria.
Eppure già negli anni ’90 circolavano i primi dati relativi al possibile legame tra insulino-resistenza ed iperuricemia…
E quindi, per controllare i livelli di acido urico attenzione al Buono (fruttosio), al Brutto (cibi ricchi di purine) e al Cattivo (lievito di birra)…sentite anche voi Morricone in sottofondo? 😉
Per approfondimenti, raccomando la lettura di La dieta intermittente, libro al quale questo articolo fa riferimento.