Effetto Warburg: se ne è sentito parlare molto nel web ed è utile precisare che si tratta di un’osservazione scientifica, ma che purtroppo è stata poi strumentalizzata dagli anti-Gomplottisti che promuovono la cura di ogni tipo di cancro con il bicarbonato…
Cerchiamo di mettere ordine. Non è corretto dire che Warburg ha scoperto la causa primaria del cancro né la cura proibita del tumore: perché?
Il Nobel del 1931 è stato assegnato a Warburg per la scoperta dell’enzima coinvolto nella respirazione cellulare, il citocromo c-ossidasi, cioè uno degli enzimi della catena deputata ai processi di produzione energetica della cellula (il famoso ATP), e questo si evince dalle fonti ufficiali della Fondazione Nobel senza googleare troppo tra siti che si occupano di altro.
Bisogna premettere che prima che scoppiasse l’arrembaggio ai geni, la ricerca era fortemente orientata alla comprensione del metabolismo delle cellule in generale, e nello specifico di quelle tumorali. Le ricerche di Warburg si inseriscono in questo filone, caduto poi nel dimenticatoio per i più attrattivi “geni”. Ma oggi sembrerebbe che questa strada si stia riaprendo, e il perché lo abbiamo spiegato in questo post dove si parla della resa del padre del DNA alla ricerca genetica del cancro.
Cosa ha osservato in sostanza Warburg?
Che la cellula tumorale ha bisogno di circa 20 volte più zucchero (glucosio) di una cellula normale. Passo indietro: tutte le nostre cellule traggono la loro energia “bruciando” glucosio. Va chiarito che esistono due processi attraverso i quali la cellula può “bruciare” glucosio e ottenere il guadagno energetico in forma di ATP (la “moneta cellulare”). Una via richiede l’ossigeno (glicolisi aerobica), ed è quella “ortodossa” e più vantaggiosa, perché da una molecola di glucosio si ottengono tante monete di ATP (38 per la precisione, tipo slot machine 😃). L’altra via invece prevede la combustione del glucosio anche in assenza di ossigeno, ed è quella che viene chiamata glicolisi anaerobica. Questa via è meno vantaggiosa, perché produce meno guadagno, meno monete di ATP (solo 2!), ed in più porta alla formazione di sostanze acide, che devono essere tamponate dall’organismo (cioè l’acido lattico, proprio quello che si accumula nei muscoli quando facciamo sport in scarsa ossigenazione!). Diciamo che è una via di “emergenza” che la cellula può attivare quando si trova con scarsa disponibilità di ossigeno. Ma se questa via di sopravvivenza diventa ordinaria per un tessuto o un organo, abbiamo un problema.
Il risultato infatti è che per continuare ad avere lo stesso tenore di vita, quindi per avere sempre le stesse entrate di ATP da spendere per le intense attività del tumore, la cellula deve bruciare più molecole di glucosio, quindi ha bisogno di più glucosio. La cellula tumorale cioè E’ PIU’ AVIDA E GOLOSA DI ZUCCHERI!
Inoltre i tessuti vanno in sovraccarico per l’accumulo di acido lattico: immaginate di traslare quella sensazione di dolore e pesantezza che sentiamo ai muscoli sugli organi interni! Insomma, sembra che le cellule tumorali “blocchino” l’attività dei mitocondri, cioè la glicolisi aerobica o respirazione cellulare, quella definita appunto da Warburg.
Ora, gli studiosi adesso pensano a nuovi bersagli da utilizzare nella terapia del cancro, intervenendo proprio su queste caratteristiche metaboliche, ma intanto….anche i bambini capirebbero un corollario che non necessita certo di studi per essere dimostrato, senza prendere tangenti alcaliniste:
la dieta dei malati di tumore deve essere a restrizione di zuccheri. Gli zuccheri sono il carburante preferito del tumore.
Usiamo l’effetto Warburg in campo diagnostico molto bene, facciamo infatti le PET per studiare l’estensione e l’attività tumorale usando, indovina un po’, il glucosio, perchè sappiamo che è captato bene dalle cellule tumorali….ma dopo aver visto la PET e aver dato al paziente il prossimo appuntamento, lo rimandiamo a casa senza avergli fatto notare che sarebbe meglio evitare di nutrirsi di zuccheri…
Per chi vuole approfondire
Segnalo di seguito:
- questa review aggiornata sull’effetto Warburg e il ruolo della lattico deidrogenasi nel cancro