Le Emozioni, molecole tra Psiche e Soma
Nei prossimi post riportiamo, divisa in più “puntate”, la relazione tenuta lo scorso 29 Giugno nell’ambito della Conferenza Internazionale sull’Educazione Emozionale, organizzata dall’Asilo nel Bosco di Ostia (per gli interessati, qui trovate un breve video sintetico dell’evento, realizzato dalla Confederazione Internazionale degli Asili nel Bosco!). Enjoy! 😉
Emozioni e Cuore
Quando parliamo di emozioni, facciamo tutti istintivamente riferimento al cuore, inteso come pompa muscolare. Nella tradizione della Medicina Cinese, invece, il cuore non è l’organo muscolare, ma piuttosto la cavità, gli spazi, delimitati dalle pareti muscolari. Il cuore, cioè, è quello spazio pronto ad accogliere il sangue e a farlo fluire verso tutti gli organi e distretti corporei, con lo scopo di nutrirli.
Va detto che il sangue, oltre ad essere il mezzo che trasporta il nutrimento, cioè il veicolo di nutrienti derivanti dall’alimentazione, è da millenni descritto nelle antiche tradizioni orientali anche come veicolo di emozioni. Questo fatto noi occidentali lo abbiamo compreso scientificamente grazie alla scoperta dei neurotrasmettitori o neuropeptidi (adrenalina, serotonina, dopamina, etc.), cioè quelle molecole che traducono nel linguaggio biologico delle cellule i nostri vissuti emozionali, le nostre reazioni più immediate, instintive e spontanee (rabbia, paura, dolore, etc.).
Ecco che il vuoto del cuore messo in evidenza dalla medicina cinese diventa maggiormente comprensibile: il cuore è quello spazio pronto ad accogliere le nostre emozioni e lasciarle poi liberamente fluire. Questo significa anche che tutto il nostro organismo è informato sui nostri vissuti emozionali, attraverso i neuropeptidi che viaggiano nel sangue.
Questo è del tutto coerente con la visione dell’uomo come unità: non esiste parte del corpo che non sappia cosa stia accadendo all’estremità opposta. Mi piace immaginarci come una fitta rete di comunicazione autostradale dove incessantemente le molecole, le informazioni, viaggiano per connettere organi e apparati affinché l’informazione sia sempre una e la stessa per tutte le cellule. La natura cioè ha predisposto una perfetta sincronizzazione e orchestrazione del corpo affinché ogni parte attui il proprio compito con le modalità che le sono proprie, ma sempre con lo stesso obiettivo comune.
Emozioni tra Cuore e Intestino!
Sarà un caso che l’agopunto che identifica il cuore è sul dito mignolo proprio a fianco dell’agopunto che fa riferimento all’intestino tenue? Ecco che cuore e intestino si configurano come un unico sistema funzionale, quasi come fossero un unico organo. Perché?
L’intestino metabolizza gli alimenti, li digerisce e assolve la fondamentale funzione di separare il puro dall’impuro, cioè discriminare cosa tenere, assorbire e farne un mattoncino per il proprio edificio, e cosa invece eliminare perché di troppo, tossico. Analogamente accade per i vissuti emozionali. Il cervello dell’intestino è il primo metabolizzatore delle nostre esperienze emozionali: sta a lui il compito di discriminare, nell’ambito delle esperienze che viviamo, tra ciò che deve essere tenuto ed elaborato per la crescita della nostra persona e cosa deve essere lasciato andare. Questa “elaborazione” viene poi comunicata al cuore, che la accoglie e la diffonde a tutte le cellule.
Quando mettiamo in atto questi programmi biologici di risposta emozionale, è previsto che esaurita la circostanza specifica che l’ha innescata, anche la risposta biologica si spenga, esattamente come quando usiamo un file sul PC e poi lo chiudiamo. Sarebbe tutto perfetto nella logica di natura, se non fosse che alcuni di questi meccanismi possono “incepparsi”. Esattamente come quando un file rimane aperto in background nel computer, continuando ad essere operativo e a impiegare risorse di sistema, e noi neanche ce ne accorgiamo.
La stessa cosa può accadere nel nostro corpo.