Eh già…perchè??
Per esempio, ci insegnano da alcune parti che della prima impressione non ci si deve fidare, e poi da altre invece ci sentiamo dire che solo i superficiali non si fidano della prima impressione (Oscar Wilde). Ai Ponzio Pilato del caso, invece, piace sottolineare l’importanza delle nostre sensazioni, soprattutto quelle del primo impatto, specificando però che a volte sono esatte e a volte totalmente fuordevianti…e vattelappesca.
In questo post voglio solo proporre una “suggestione” su come possa determinarsi quella assenza di fiducia (che poi esita in un mancato ascolto) verso le nostre sensazioni, riportando un passo tratto dal libro di Watzlawick La realtà della Realtà.
1) Se un individuo viene punito per la percezione corretta del mondo esterno o di se stesso da un “altro” significativo (ad es. un bambino da un genitore), imparerà a diffidare dei dati dei propri sensi. Di conseguenza, gli verrà detto probabilmente, da altri individui significativi, di sforzarsi maggiormente per percepire correttamente; in ciò sarà implicito: “Devi essere matto, altirmenti non vedresti le cose in questo modo”. Di conseguenza:
a) questa persona troverà difficile comportarsi appropriatamente sia nei contesti impersonali che in quelli interpersonali;
b) tenderà ad impegnarsi in una ricerca inutile di significati presunti che gli altri evidentemente vedono con molta chiarezza, ma che lui stesso non riesce a vedere.
2) Se un “altro” significativo si aspetta che un dato individuo abbia sentimenti diversi da quelli che realmente prova, quest’individuo si sentirà in colpa per essere incapace di sentire ciò che dovrebbe sentire per ottenere l’approvazione dell’altra persona. Questo senso di colpa di per sé può essere quindi definito come uno dei sentimenti che non dovrebbe avere.