Terza parte – La trasduzione del DNA nelle cellule viventi: un’antenna per l’interazione di lungo raggio
E veniamo all’ultima parte dell’articolo Trasduzione dell’informazione del DNA attraverso acqua e onde elettromagnetiche che abbiamo presentato in dettaglio negli ultimi post. È piuttosto tecnico e non proprio di immediata digeribilità, lo so, ma apre tante prospettive che richiederanno probabilmente del tempo per essere pienamente comprese e sfruttate…
Le ricerche condotte hanno dimostrato che il segnale elettromagnetico emesso dal DNA può essere trasmesso da un laboratorio all’altro in forma digitale, e più esattamente come file inviato via mail (leggi qui lo studio completo).
I passaggi dell’esperimento sono stati i seguenti:
- il DNA di un virus o batterio emette un segnale elettromagnetico che può essere “registrato” nell’acqua e da questa ritrasmesso (alle condizioni descritte nel precedente post);
- il segnale elettromagnetico originato dal DNA virale o batterico è stato memorizzato in un file digitale e inviato via mail ad un laboratorio in Germania;
- la corrente elettrica prodotta dal file digitale ricevuto è stata connessa ad un solenoide, al cui interno è stato inserito un tubo di acqua, sottoposto per un’ora ad induzione magnetica;
- nell’acqua di questo tubo sono stati inseriti gli “ingredienti” necessari per la replicazione del DNA (processo chiamato PCR);
- quello che si è visto è che è stata riprodotta esattamente la stessa sequenza di DNA, batterico o virale, che aveva originato il segnale elettromagnetico registrato nel file. Questo DNA è in grado di emettere proprio come il DNA originario, dimostrando che questa proprietà iniziale non viene persa durante il complesso processo di trasmissione dell’informazione del DNA.
Questo esperimento è stato ripetuto inserendo nel tubo d’acqua all’interno del solenoide delle cellule umane, sia sane (cellule embrionali totipotenti) che tumorali. I risultati sono stati sorprendenti: ripetendo il processo, si è visto che le cellule tumorali sono risultate infette dal DNA batterico (Borrelia). Questo significa che alla fine è stato possibile estrarre dalle colture di cellule tumorali umane il DNA batterico fonte del segnale elettromagnetico.
In altre parole, attraverso l’acqua esposta al segnale elettromagnetico di un DNA batterico, è possibile duplicare quello stesso segmento di DNA emittente. Questo è stato confermato anche in cellule umane tumorali esposte ai segnali elettromagnetici.
Nell’insieme, questo passaggio di informazione del DNA è chiamato trasduzione. Per trasduzione si intende il trasferimento del segnale da una forma di energia ad un’altra. L’antenna ad esempio è un trasduttore: il segnale in entrata è di tipo elettromagnetico e quello in uscita è di tipo elettrico, permettendoci di visualizzare sulle nostre TV le informazioni raccolte “nell’etere” sulla partita in diretta della nostra squadra…
In questo esperimento, si vede che nei vari passaggi che hanno impiegato diversi “supporti”, l’informazione trasmessa dal DNA è rimasta intatta.
Queste evidenze sperimentali suggeriscono che debba esistere un’interazione molecolare di lungo raggio nell’acqua. Significa che nell’acqua è attivo un processo che crea ordine: mettendo alla rinfusa nell’acqua centinaia di nucleotidi (cioè le lettere del DNA), l’esposizione al segnale elettromagnetico è in grado di ordinarli in modo da ricostruire la sequenza di DNA corrispondente. È come se mettessimo alla rinfusa centinaia di lettere dell’alfabeto in un recipiente con dell’acqua “informata” da un emittente e le lettere si disponessero a comporre esattamente il messaggio da questi trasmesso, che ne veicola lo stesso significato.
Il segnale elettromagnetico quindi non trasporta solo il livello sintattico dell’informazione, ma anche il suo contenuto semantico. Nella teoria dei campi quantistici, questa è una manifestazione osservabile delle dinamiche di coerenza. Questo “ordine” non è quindi il risultato di forze che agiscono a breve distanza, ma di dinamiche di coerenza molecolare che agiscono a lungo raggio, cioè a distanza.
In sostanza, un debole segnale esterno (come un campo elettromagnetico di bassa frequenza) può innescare uno stato spontaneo di coerenza (riproduzione di quella specifica sequenza di DNA). È importante che il segnale sia debole in modo da non rompere il sistema, ma da portarlo a reagire in base alle proprie dinamiche interne, generando uno stato di coerenza la cui fase (frequenza di oscillazione) è determinata dalla fase dello stimolo trigger.
Questo processo di trasduzione del DNA non può essere compreso dalla prospettiva della meccanica quantistica, per la quale appare del tutto assurdo, ma solo da quella dei campi quantistici.
In conclusione, il segnale elettromagnetico sembra trasportare la coerenza espressa dal codice del DNA. Gli autori speculano che le proprietà del segnale elettromagnetico possano essere modificate producendo una “deformazione” della coerenza. Questo originerebbe una nuova chiave di lettura delle modifiche epigenetiche: le proprietà deformate del segnale elettromagnetico porterebbero alla comparsa di “nuovi significati” associati. Il DNA sembra così essere il veicolo attraverso il quale la coerenza e le sue deformazioni dinamiche si propagano nella materia vivente.